Il 24 giugno la Chiesa celebra la natività di uno dei santi più venerati e più amati al mondo: San Giovanni, detto il Battista. La sua particolare rilevanza emerge anche dal fatto che il Battista è l’unico santo del quale si ricorda sia la nascita che il martirio (celebrato dalla Chiesa il 29 agosto).

Il 24 giugno è stata scelta come data della natività di Giovanni il Battista perché cade esattamente sei mesi prima della vigilia di Natale, secondo il racconto dell’evangelista Luca, Maria ricevette l’annuncio della nascita di Gesù quando Elisabetta era al sesto mese di gravidanza, ragion per cui Giovanni nacque sei mesi prima di Gesù, intervallo di tempo che anche a livello liturgico intercorre tra la natività di Giovanni e il Natale.

Considerato l’ultimo dei profeti dell’Antico Testamento, la sua vocazione profetica si manifestò già nel grembo materno, famoso infatti è l’episodio della sua esultanza dinanzi a Maria già incinta di Gesù. Nel vangelo di Luca (Lc 1,5) si legge che era nato in una famiglia sacerdotale, suo padre era Zaccaria, sacerdote della classe di Abia e sua madre Elisabetta era discendente di Aronne.

La madre Elisabetta era sterile e ormai anziana. Un giorno, mentre il marito Zaccaria offriva l’incenso nel Tempio, gli comparve l’Arcangelo Gabriele che gli disse: “Non temere Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché sarà grande davanti al Signore” (Lc 1,13-15).

Giovanni il battista

Dopo quella visione Elisabetta concepì un figlio. Giovanni è anche detto “il precursore” perché annunciò la venuta del Messia e preparò per lui una strada e un popolo ben disposto ad accoglierlo. Infatti dopo la giovinezza, Giovanni si ritirò a condurre la dura vita dell’asceta nel deserto, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico.

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio (28-29 d.C.), iniziò la sua missione lungo il fiume Giordano, con l’annuncio dell’avvento del regno messianico ormai vicino, esortava alla conversione e predicava la penitenza. Da tutta la Giudea, da Gerusalemme e da tutta la regione intorno al Giordano, accorreva ad ascoltarlo tanta gente considerandolo un profeta; e Giovanni in segno di purificazione dai peccati e di nascita a nuova vita, immergeva nelle acque del Giordano, coloro che accoglievano la sua parola, cioè dava un Battesimo di pentimento per la remissione dei peccati, da ciò il nome di Battista che gli fu dato.

Anche lo stesso Gesù si recò al Giordano per essere battezzato da Giovanni definendolo “il più grande tra i nati da donna”. Dopo il Battesimo di Gesù, Giovanni venne arrestato da Erode Antipa su istigazione di Erodiade, che provava rancore nei confronti del Battista.

La decapitazione di Giovanni

Giovanni infatti aveva ammonito il re per la sua condotta, egli infatti aveva preso con sè Erodiade, moglie divorziata del fratello, questo era in netto contrasto con la legge ebraica perché il matrimonio era stato regolare e fecondo, tanto è che era nata una figlia, Salomè.

Per Erodiade venne il giorno favorevole e l’occasione giusta per sbarazzarsi di Giovanni, quando il re diede un banchetto per festeggiare il suo compleanno, invitando tutta la corte ed i notabili della Galilea. Alla festa partecipò con una conturbante danza anche Salomè, la figlia di Erodiade e quindi nipote di Erode Antipa; la sua esibizione piacque molto al re ed ai commensali, per cui disse alla ragazza: “Chiedimi qualsiasi cosa e io te la darò”; Salomé chiese alla madre consiglio ed Erodiade prese la palla al balzo, e le disse di chiedere la testa del Battista.

A tale richiesta fattagli dalla ragazza davanti a tutti, Erode ne rimase rattristato, ma per il giuramento fatto pubblicamente, non volle rifiutare e ordinò alle guardie che gli fosse portata la testa di Giovanni, che era nelle prigioni della reggia. Il Battista fu decapitato e la sua testa fu portata su un vassoio e data alla ragazza che la diede alla madre. I suoi discepoli saputo del martirio, vennero a recuperare il corpo, deponendolo in un sepolcro; l’uccisione suscitò orrore e accrebbe la fama del Battista.

La notte di San Giovanni

La notte che precede la festa di questo incredibile santo è da sempre considerata una notte particolare a cui sono legate antiche tradizioni e riti che affondano la loro origine negli antichi culti pagani, tradizioni che sono state poi cristianizzate e collegate alla figura del Precursore di Cristo.

Il legame più evidente delle tradizioni della notte di san Giovanni è quello con il solstizio d’estate celebrato ogni anno tra il 20 e il 21 giugno. A partire infatti dal 24 giugno, tre giorni dopo il solstizio, il sole, che ora si trova al massimo del suo splendore comincia ad abbassarsi sull’orizzonte determinando una diminuzione delle ore di luce che si arresterà solo in concomitanza del solstizio di inverno.

I popoli antichi, legati ai cicli naturali, attraverso l’accensione di falò cercavano di sostenere il sole che cominciava il suo lento declino verso il freddo invernale, eco di questa tradizione ancestrale si rintraccia nei cosiddetti falò di San Giovanni che vengono ancora oggi accesi in molte regioni d’Italia, nella notte che precede la festività liturgica del santo, come segno di rigenerazione e purificazione, per scacciare le tenebre e celebrare la luce e il bene.

L’acqua di San Giovanni

Altra tradizione molto radicata legata a questa notte è quella della preparazione dell’acqua aromatica di San Giovanni. Preparare l’acqua di San Giovanni è molto facile, basta raccogliere un mix di fiori e erbe spontanee, che vanno rigorosamente colte il 23 giugno, metterle in una brocca o in una ciotola con acqua e lasciare il tutto all’esterno per l’intera notte.

In questo modo la rugiada sparsa al mattino dal santo donerà a quest’acqua il suo potere purificante e medicamentoso, capace di scacciare malattie e invidia, basterà semplicemente lavarsi con essa viso, occhi e mani.  Non c’è un’indicazione precisa sulla tipologia di piante e di fiori che andrebbero raccolti. Bisogna farsi guidare dall’istinto e dalla forza della natura. Per stagionalità, però, è facile che vi ritroviate a raccogliere: iperico (detto anche erba di San Giovanni), malva, rosa, menta,lavanda, artemisia, salvia, rosmarino, papavero, margherita e sambuco.

Altra leggenda narra che tutte le ragazze nubili che si rotoleranno, al mattino del 24 giugno, nell’erba bagnata di rugiada troveranno marito entro l’anno, anche questa tradizione affonda le sue radici nei culti pagani precristiani legati alla fertilità e all’abbondanza.

Un’altra leggenda, molto radicata soprattutto nel Lazio e in Campania, collegava la notte di San Giovanni alle streghe, era convinzione comune che le streghe venissero chiamate a raccolta, proprio sui prati del Laterano, dai fantasmi di Erodiade e Salomè, dannate per aver causato la decapitazione del santo, e andassero in giro per la città per catturare più anime possibili prima di recarsi a Benevento, città delle streghe per eccellenza, dove avveniva l’annuale sabba.

E ancora, è proprio durante questa notte che, secondo la tradizione, si raccolgono i malli di noce per preparare il nocino, liquore particolarmente apprezzato nel Sud Italia, ovviamente i malli devono essere in numero dispari.

Conclusioni

Come è facile intuire tradizioni arcaiche, leggende, folklore si fondono per rendere questa notte davvero speciale. Qualunque sia il significato che ognuno di noi da a questo momento, è sempre importante mantenere il legame con queste tradizioni che lentamente vanno perdendosi nella frenesia delle nostre vite. Per questo a tutti auguro una buona notte di San Giovanni, senza dimenticare un pizzico di magia!

Loguercio Maria Velia
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Teologa, studiosa di ebraismo e appassionata di astronomia. Impegnata da anni nel dialogo Interreligioso, docente di religione e docente di ebraico ed esegesi dell’A.T. presso ISSR San Matteo (SA).

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