Un mese fa, ad agosto, a due soli giorni di distanza l’uno dall’altro, ci hanno lasciato due grandi esponenti della teologia contemporanea, Gerald O’Collins e Christos Yannaras, che hanno contribuito in maniera notevole alla riflessione e all’approfondimento teologico degliultimi sessant’anni.
Il Gesuita Gerald O’Collins è stato per molti anni ordinario di teologia sistematica e fondamentale, ha pubblicato oltre settanta testi e un numero rilevante di articoli specialistici, formando numerosi studenti e fornendo a docenti le basi per approfondire temi cristologici e questioni che riguardano il dialogo con le altre fedi religiose.
Peculiarità di O’Collins è stata sicuramente la sua profonda abilità nel veicolare con chiarezza e passione i concetti chiave della teologia, contribuendo a renderla più esperienziale e liberandola dall’ingessamento accademico. Stimolante è stato il suo testo sull’ispirazione biblica, tema purtroppo a volte trascurato dalla teologia contemporanea, con cui è riuscito ad approfondire l’influenza della Sacra Scrittura sulla liturgia, l’arte e la letteratura, fornendo una serie di principi per onfrontarsi con la teologia biblica.
Sicuramente bisogna riconoscere che il suo contributo sulla teologia delle religioni è stato notevole perché ha aperto la strada ad un visione allargata del potere salvifico della croce di Cristo per tutti gli uomini e le donne del mondo ed ha sottolineato l’importanza del ruolo di Cristo, sommo sacerdote, e il suo carattere cosmico per la teologia delle religioni.
Anche Christos Yannaras è stato un autore prolifico, una delle voci più apprezzate della filosofia e della teologia ortodossa della Grecia contemporanea. Le sue opere sono abbastanza conosciute in Italia grazie all’esimio curatore Mons. Basilio Petrà che ha tradotto con cura i suoi testi in italiano.
Non solo, potremmo dire che Mons. Petrà sia, almeno in Italia, il più importante studioso del pensiero di Yannaras specialmente perchè appassionato egli stesso della sua teologia, come ho avuto modo di riscontrare di persona anni fa.
Yannaras è stato un laico brillante ed originale che ha saputo coniugare il pensiero filosofico di Heidegger e Husserl e i padri della Chiesa greca, un pensatore dalle larghe vedute che ha avuto la possibilità di conoscere Lossky, Evdokimov e Clément, i rivoluzionari della seconda generazione della diaspora russa.
La sua teologia approfondisce il significato ontologico della persona che si fonda sulla relazione e sull’eros come ovimento di libertà verso l’altro. L’ethos dell’uomo si esprime solo nel dinamismo comunionale proprio della natura della Chiesa, che si sperimenta attraverso la viva fede dei credenti non attraverso la razionalizzazione teologica elaborata dal pensiero Occidentale. Come O’Collins anche Yannaras ha provato durante la sua vita a liberare il Cristianesimo dalla pura razionalizzazione.
L’uomo scopre la sua verità a partire dal suo essere in comunione abbattendo l’individualismo che lo attanaglia nel peccato, egli “è e vive in verità solo come agape” a immagine della vita Trinitaria (cfr. C. Yannaras, La libertà dell’ethos, Ed. Qiqajon, 2015).
Proprio di questo ampio respiro abbiamo bisogno oggi, un respiro che allarghi sempre più i due polmoni della Chiesa, come affermò Giovanni Paolo II, quello dell’Oriente e quello dell’Occidente…
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Teologa e consulente familiare, da anni docente di religione e della scuola di comunicazione e di Consulenza Familiare di Napoli. È direttore del Consultorio familiare Agape ODV e appassionata di teologia della famiglia e psicologia.