Jan Hus teologo ceco (1371 circa – Costanza, 6 luglio 1415)
Il lungo processo di costruzione dell’identità europea è stato caratterizzato da esperienze e fenomeni complessi e dolorosi.
Nel XIV secolo, un giovane di umili origini giunge a Praga con il desiderio di studiare all’Università avvolta nella memoria di Jan Milic, emblematico promotore dell’identità boema, oppositore accorato della corruzione nella Chiesa avignonese e romana.
Il pauperismo, al centro della riflessione teologica e pastorale di Milic, diviene un assillo dopo la sua condanna a morte nel 1374. Fioriscono gruppi di preghiera, uno dei più attivi è chiamato Cappella di Betlemme, proprio presso l’università di Praga, dove Jan Hus nel 1393 ottiene il baccellierato e poco più tardi inizia a insegnare Filosofia.
Le prime predicazioni
Nel 1402 predica per la prima volta nella Cappella di Betlemme, limitandosi a commentare le Scritture alla popolazione umile, chiedendo la riforma dei costumi ecclesiastici.
Approfondisce gli studi su John Wyclif insieme ai seguaci Stanislao da Znojmo e Stefano Palec (che diverrà suo acerrimo oppositore dopo essere stato in modo coatto invitato a condannare la dottrina di Hus).
Nelle gerarchie ecclesiastiche da tempo si respira aria turpe di incertezza resa ancor più manifesta dallo scisma d’occidente che vedrà contrapporsi un papa di Avignone (Benedetto XIII) , un papa a Roma(Gregorio XII) e addirittura dopo il concilio di Pisa un terzo papa (Alessandro V), che firmerà una Bolla contro la predicazione di Hus prima di morire e lasciare il posto a –l’antipapa- Giovanni XXIII.
In questo clima rovente Hus pensa di avere l’appoggio del Re Venceslao, in realtà interessato a rafforzare la propria posizione nel marasma di principati e influenze papali.
Nel 1412 Hus si scaglia contro la scelta di Giovanni XXIII di vendere indulgenze per finanziare la personale campagna militare contro Gregorio XII, ne guadagna una nuova Bolla di scomunica e la perdita della protezione del Re Venceslao.
In pericolo, Jan scappa avviando una predicazione itinerante in territorio boemo e scrivendo le sue più importanti opere omiletiche. Nel 1414 ritorna a Praga e accetta l’invito al Concilio di Praga del 1415, avendo ricevuto la garanzia del salvacondotto. Ingannato, sarà arrestato e condannato al rogo, le ceneri gettate nel Reno insieme ai suoi vestiti.
Dal 6 luglio 1415, giorno della morte, si accende una sanguinosa e dura guerra che infiammerà la Boemia fino alla Pace di Jihlava nel 1436 e alla fondazione nel 1467 dell’Unione dei fratelli Boemo-moravi.
Jan Hus, divenuto martire della riforma di Boemia e del nazionalismo ceco, è stato riabilitato pienamente da Papa Giovanni Paolo II in un suo viaggio pastorale a Praga il 28 Aprile 1997.
La teologia di Jan Hus
Il punto focale della teologia di Hus è la Verità come radice dell’Essere, la Verità come testimonianza di Cristo che può essere conosciuto attraverso le Scritture, nella storia e nella esperienza personale.
Fede e ragione in Hus non entrano in conflitto ma dialogano intrecciandosi nella ricerca e nella testimonianza della Verità. La scienza non è separata dalla morale.
Anche se influenzato da Wyclif, Hus sostiene la teoria della transustanziazione e non rifiuta completamente la vendita delle indulgenze, ma solo il suo utilizzo per fine personale. Condivide la lotta alla corruzione e ai costumi immorali nella Chiesa, distingue la gerarchia dalla comunità dei credenti nella fede (vera esperienza di Chiesa santa e cattolica).
Nel De Ecclesia denuncia quattro segni dell’indegnità della carica degli ecclesiastici:
“Perciò, fedele cristiano, cerca la verità, apprendi la verità, ama la verità, dì la verità, attieniti alla verità, difendi la verità fino alla morte: perché la verità ti farà libero dal peccato, dal demonio, dalla morte dell’anima e in ultimo dalla morte eterna”.(J.Hus, Spiegazione della Confessione di Fede, 1412)
“È meglio morire bene piuttosto che vivere male […]. Chi dice la verità, si scuote la testa. Chi teme la morte, perde le gioie della vita eterna; la verità vince su tutto, vince colui che viene ucciso poiché nessuna avversità può nuocergli, se non è dominato da alcuna colpa”
Attualmente insegna IRC nelle scuole secondarie a Roma, collabora con l'equipe pastorale di Porto Santa Rufina per la formazione e la catechesi. Già baccelliere in teologia presso la PFTIM San Tommaso, ha approfondito gli studi di licenza in cristologia dogmatica. Dottore in Lettere e filologia moderna, è coautore di un saggio sul pensiero teologico e politico su Lutero, Calvino e Zwingl