Eurovision Contest-ato

Il sipario è calato da qualche ora sul palco della manifestazione canora europea che da decenni coinvolge le diverse nazioni partecipanti ed alcune accolte pur se non nel novero dei Paesi che a loro tempo chiesero ed ottennero il permesso ad entrare in Europa. Ma da qualche tempo tira aria strana.

Le mille luci, gli effetti pirotecnici, gigantografie e vestiti carnevaleschi, nudi artistici o anche meno, corpi in movimento, coreografie di primo livello, compongono il gioco di un viavai di artisti in cerca di gloria. Un carosello intervallato da un flusso di pubblicità, balli, canti e commento dei cronisti in sottofondo, come fosse “Una notte al Circo” sui canali nazionali.

Il sipario è calato ma la classifica ancora una volta impone una riflessione. Bella la rincorsa ai punti, le nazioni diventano giudici, prima di essere giudicate dalla folla anonima del televoto. E la classifica si ribalta. Il voto sembra voler abbattere i potenti e innalzare gli umili. Ma è solo l’ultima delle fantasmagoriche illusioni alle quali tutti amano credere. Nessun cantante sul palco è un Davide che affronta Golia, nessuno può fingere di essere uno sprovveduto.

Eppure, allo zoom della telecamera, ogni cantante sembra cadere dal pero, fulminato in una smorfia di innaturale sorpresa. “Oh! Incredibile, avete scelto me?!” Sembrano ripetere come un mantra che ispira pensieri violenti. Ma non è consentita la violenza, salvo quella espressiva canora della cantante irlandese col marito che rutta canzoni alla birra, il sadomaso che gioca a fondersi nel corpo dei ballerini, il gruppo folk dell’est invasato, lo svizzero uscito dal mondo di Alice.

Ma il contest è particolare: celebrazione delle libertà di ogni tipo, espressione, cultura, genere…ne ricordate altre? Ebbene, è inutile proseguire, perché anche sulla libertà aleggia l’illusione che tutto lo spettacolo sia avvolto in una bolla di finzione e sorrisi stampati.

Nel regolamento la libertà di opinione è limitata: pare non si potesse infatti parlare di guerra, citare fazioni in conflitto. Di conseguenza, una cantante ha mollato volontariamente in finale dopo aver detto di aprire gli occhi per la guerra in atto. La sera prima il gruppo dei Paesi Bassi è stato squalificato per una denuncia di presunta violenza del cantante su una donna della troupe. Avrebbe cantato un inno all’Europa unita.

La sensazione generale è che la libertà sia spacciata come tale, ma poi si traduca in “libertà di dire e fare ciò che lo staff conceda di dire e fare”.

Il sipario è calato ormai ma il contest è stato fra i più contestati dell’ultimo ventennio: fischi alla cantante di Israele, fischi allo storico presidente di giuria. Ma lo spettacolo va avanti, Angelina Mango guadagna una buona settima posizione cantando il brano che sintetizza l’Eurovision 2024 in una parola: “la noia”.

Salvatore Paduano
salvatorepaduano82@gmail.com | + posts

Attualmente insegna IRC nelle scuole secondarie a Roma, collabora con l'equipe pastorale di Porto Santa Rufina per la formazione e la catechesi. Già baccelliere in teologia presso la PFTIM San Tommaso, ha approfondito gli studi di licenza in cristologia dogmatica. Dottore in Lettere e filologia moderna, è coautore di un saggio sul pensiero teologico e politico su Lutero, Calvino e Zwingl

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