Non possiamo esimerci dal rammentare che i nonni sono una ricchezza per la società e per la famiglia. Il loro ruolo non deve essere relegato solo al sostegno nella cura dei bambini, perché i nonni rappresentano non solo l’anello di congiunzione tra le generazioni ma la memoria vivente di una famiglia, saggezza del passato.
Nell’antico Testamento la storia del popolo d’Israele prende forma attraverso lo schema delle genealogie, entro le quali si colloca non solo la trasmissione della fede e della tradizione ma si attua la storia della salvezza.
I nonni avevano il compito di custodire e tramandare l’alleanza con il Signore attraverso l’osservanza delle Sue leggi. Di padre in figlio, la trasmissione dei precetti e la fedeltà all’alleanza diventano dono da custodire e valorizzare.
Il ruolo rivestito dai nonni però non è mai una prevaricazione dell’anziano sul giovane o un’estromissione del ruolo dei genitori a favore dell’educazione impartita dai nonni. Ne è un esempio il comportamento di Noemi riportato nel Libro di Rut. Noemi non fa da nutrice al nipote per sostituirsi alla nuora Rut ma per permettere al bambino di essere accolto e riconosciuto dal popolo ebraico in quanto Rut è considerata straniera perché moabita (cfr Rt 4, 14-22).
Se invece ci rivolgiamo al Nuovo Testamento, paradossalmente non troviamo alcuna traccia nei quattro vangeli canonici dei nonni di Gesù.
La figura di Gioacchino e Anna viene delineata principalmente nel Protovangelo di Giacomo, un testo apocrifo del II secolo. Solo successivamente, grazie al culto diffusosi prima in Oriente e poi in Occidente abbiamo avuto aggiunte ed elaborazioni su queste due figure così importanti per la storia della salvezza.
La loro profonda fede e religiosità è divenuta all’interno della tradizione della Chiesa testimonianza di valori e trasmissione della fede.
La pandemia da Covid19, purtroppo non solo ha messo a rischio legami e relazioni, ha esasperato la condizione di solitudine di tanti nonni che per essere protetti hanno vissuto periodi lunghi di lontananza dalle rispettive famiglie, ma purtroppo ne ha anche sacrificati tanti.
Ecco perché Papa Francesco, da quest’anno ha istituito ogni quarta domenica di luglio la giornata mondiale dei nonni e degli anziani, ricordando alla Chiesa la bellezza del loro ruolo e la loro importanza per la formazione delle nuove generazioni.
In Italia la festa dei nonni istituita il 2 ottobre, festa liturgica degli Angeli custodi, ci ricorda anche il loro essere custodi dell’infanzia, la loro premura nel camminare affianco ai nostri figli, trasmettendo loro la sicurezza di essere amati, per scorgere il futuro con speranza e non con paura e angoscia.
È fondamentale, quindi che le nuove generazioni comprendano sempre più l’importanza del ruolo dei nonni e si adoperino nel contribuire alla trasmissione della loro memoria ricca di esperienza, valori e radici.
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Teologa e consulente familiare, da anni docente di religione e della scuola di comunicazione e di Consulenza Familiare di Napoli. È direttore del Consultorio familiare Agape ODV e appassionata di teologia della famiglia e psicologia.