Intervista esclusiva allo scrittore rocco de stefano: la scrittura come passione e missione

Dopo aver letto e recensito “L’influencer di Dio”, opera prima del giovane Rocco De Stefano, veniamo a sapere che l’autore presenterà il suo libro nel piccolo borgo cilentano di Caselle in Pittari. Decidiamo di partecipare alla presentazione che è arricchita da momenti musicali, curati dallo stesso autore, e al termine gli chiediamo se ci può concedere una breve intervista. De Stefano, persona squisita, solare, accetta di buon grado e quindi giù con le domande.

D Come nasce l’idea di questo libro?

R Questo libro nasce da una frase che mi era venuta in mente una volta: “Dio fa promuovere il cristianesimo a un pubblicitario ateo”. Che cosa succederebbe se facesse questa cosa? E poi l’ho scritto con l’idea di parlare di questi argomenti in un modo magari nuovo, in un modo che, qualcuno ha fatto ma in pochi. Quindi parlare attraverso l’ironia, attraverso cose divertenti, però poi entrare nel vivo, in profondità. Quindi l’idea nasce soprattutto per parlare di queste cose in maniera divertente e ironica, nella fattispecie Dio che dà al pubblicitario ateo la promozione del cristianesimo.

Perché era la modalità che mi aiutava a farlo In quanto sono sia cattolico che pubblicitario. Quindi riuscivo a mettere insieme i due mondi, sapevo come fare e pertanto sono andato sul sicuro.

D Diciamoci la verità nella vita in ognuno di noi c’è stato o c’è un po’ di Fabio, il personaggio principale del tuo libro, penso ai momenti critici della vita; quanto c’è di autobiografico nel personaggio di Fabio?

R C’è molto perché oltre che fa lo stesso mio lavoro poi la sua sarà una parabola, un’evoluzione che ho vissuto anche io in qualche modo.

Però è una metafora, non è proprio la mia vita. All’interno di questo libro ho messo molte cose che ho vissuto, e quindi in queste pagine ci sono molti avvenimenti che entrano direttamente nella mia vita come esperienza, sia proprio viva ma anche come esperienza profonda, cioè con quello che ho vissuto nella mia vita, nella mia conversione di vita.

D Viviamo in un periodo storico con una forte sollecitazione dei media che ci dicono che vi sono pochi preti, pochi cristiani, che le chiese sono vuote. Ma sarà veramente il caso che il Buon Dio trovi un influencer? O meglio secondo te la Chiesa deve cambiare il modo di essere testimone del Vangelo?

R Allora, io ho un’idea che la crisi vocazionale tranquillamente può essere una cosa che manda Dio per far cambiare le cose. Magari è Lui che tenta di parlarci e di dirci che forse bisogna cambiare delle cose. Perché la chiesa ha duemila anni e nel frattempo sono cambiate tantissime situazioni. Ovvero, oggi esistono le parrocchie ma una volta non esistevano e forse, che ne so, magari non esisteranno di nuovo e ci saranno altre modalità.

Rocco De Stefano originario di Solofra (AV), vive e lavora a Roma, si è aggiudicato la menzione speciale come “scrittore emergente” al V Premio Letterario Ambasciatori presso la Santa Sede

D Forse abbiamo bisogno di un approccio più laico?

R Tutto può essere, secondo me questa è un’altra cosa importante quello che hai detto Perché forse ci sarà molto più spazio per i laici, in quanto essere cristiano è quello che serve. Non serve essere per forza preti o suore. Anzi, può arrivare di più un laico perché le persone lo vedono più vicino alla propria vita. Dicono, allora forse, se lui vive questa cosa la posso vivere anche io. Secondo me più che cambiare il modo di trasmettere il Vangelo bisognerebbe proprio forse trasmetterlo di più. Perché tante volte noi ci fermiamo all’esteriorità, Io non dico tutta la Chiesa. Anzi, io credo nella Chiesa e sono fedele a essa. Però tante volte alcuni hanno una visione della Chiesa, per esempio immagino i campi che si fanno per i ragazzini, ecc. dove qualcuno può diventare un animatore quasi turistico, ma di Gesù e del Vangelo passa poco.

Secondo me bisognerebbe ripuntare il Vangelo come diceva San Francesco quando doveva fare la regola “Ma perché vi serve la regola? C’è il Vangelo”. Molte volte noi, tutti noi, il Vangelo lo mettiamo sotto tanti libri mentre dovrebbe essere il primo libro e dovremmo rivederlo, rileggerlo. Anche perché, per esempio, io se sto qua perché ho scritto questo libro è perché mi sono innamorato del Vangelo, che dice tutto. Molte volte chiediamo: “Dio mi parli, mi parli”. Dio parla nel Vangelo! Lì ci sono proprio le sue parole.

D Nei ringraziamenti fai riferimento a delle persone (sacerdoti, frati, amici) che ti hanno aiutato, in un periodo particolare della tua vita, a fare un cammino di conversione. Ci puoi parlare un po’ della tua personale esperienza.

R Sono stato sempre cattolico nella mia testa, perché andavo a messa la domenica. Però non facevo una vita cattolica: non prendevo la comunione, non mi confessavo, andavo solo a messa. E pensavo di credere. Poi ho avuto due crisi, la prima a 18 anni è passata come è passata. Poi nella seconda in cui mi ero licenziato, avevo fatto l’animatore in Puglia, è poi sono ritornato. Non sapevo che fare, cercavo di capirlo, ma non riuscivo a comprendere cosa fare. Mi viene la seconda crisi, potente! Andavo dallo psicologo perché mi facevo questa domanda: “Io dico che credo ma forse non credo.” Quindi questa domanda mi ha aperto la strada verso un prete al quale ho raccontato le mie problematiche e gli ho chiesto come fare.

E lui mi ha detto: “Non ti so aiutare” – onestà assoluta di don Mario Lungo che ringrazio nel libro – Ma aggiunge: “Vai dai frati ad Assisi che aiutano i giovani. Fanno un corso che si chiama Corso Zero. I frati sono del Servizio orientamento Giovani Era un weekend, decido di andare e comincio a vedere, comincia a piacermi. Il frate con cui parlo mi dice di ritornare a lavorare, ma io non volevo per niente ritornare a lavorare. Non volevo tornare in ufficio! Però lui insiste mi dice: “Ritorna a lavorare, vedrai poi che cosa succede.”

Mi trasferisco da Milano a Roma perché trovo lavoro lì, a gennaio comincio a lavorare. A febbraio inizio a frequentare il percorso “ I Dieci Comandamenti o Dieci Parole” – creato da Dio- ma organizzato da Don Fabio Rosini che mi ha aiutato. Mi ha aiutato un sacco e mi ha cambiato, sconvolto in modo positivo la vita e per cui prima del 2017 non pensavo mai di scrivere questo libro perché non potevo proprio scriverlo, stavo da un’altra parte.

Invece, grazie a quel percorso che fanno in tutta Italia, e vi invito a vedere Il sito che si chiama lapartemigliore.org, lì si può vedere dove lo fanno in tutta Italia- ve lo consiglio, ho avviato il mio cammino di conversione.

giannigreco73@outlook.it | + posts

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