La Luna al suo comando di Lorella Beretta

la luna al suo comando teologhiamo


La Luna al Suo Comando – Storia di felice Magliano Internato Militare Italiano

di Lorella Beretta

Edizioni Castelvecchi

20235

per acquistare clicca qui

Questo testo è la storia di un contadino cilentano, classe 1913, che all’età di 26 anni viene sottratto al suo lavoro, alla sua famiglia, alla sua fidanzata e mandato a Tripoli in Libia. Inizia così la sua carriera di Soldato semplice nel regio esercito italiano.

Felice Magliano, contro il suo volere, sarà uno tra i milioni di protagonisti dei 6 anni che vanno sotto il nome di Seconda Guerra Mondiale. In questi anni di guerra il soldato semplice passerà da conquistatore-carceriere (conquista dell’Albania e Montenegro dell’esercito italo-tedesco), a carcerato dei tedeschi.

L’ 8 settembre del 1943 è una data storica, da ricordare, segna la resa dell’Italia alle Nazioni Unite, i soldati del regio esercito si dividono: chi andrà con la Repubblica di Salò, chi andrà ad ingrossare le file dei partigiani e chi sarà fatto prigioniero dai tedeschi.

Magliano sarà una dei centinaia di migliaia di italiani che diranno “No” all’arruolamento nell’esercito tedesco e per questo saranno internati nei campi di concentramento ed etichettati “Italienische Militärinternierte – IMI” -Internati Militari Italiani-.

Qui il racconto diviene aspro, Felice Magliano fino a quel momento non aveva sperimentato in pienezza la crudeltà della guerra, ma nella odissea dei campi di concentramento vive le barbarie a cui l’uomo può arrivare.

Fortunatamente Felice sopravvive, viene liberato l’8 maggio del 1945; può tornare a casa:

Volli andare subito a controllare le patate, i piselli, le fave, la lattuga, le cipolle, le galline. La terra era dura ma buona. Ma prima andai dalla Vergine Santa.

Felice Magliano è deceduto nel luglio del 2022- all’età di 109 anni, pochi mesi prima aveva affidato le sue memorie all’autrice Lorella Beretta che, saputo della sua storia, da Milano era scesa nel Cilento.

La Beretta, giornalista di lungo corso, con esperienza di corrispondente dal sud Africa per la radio Svizzera, ha saputo magistralmente ricostruire la storia di Felice, che quasi sempre viene riportato nel suo dialetto Cilentano,  e incastonarla nella storia più ampia della Seconda guerra mondiale e delle particolari vicissitudini degli Internati Militari Italiani -traditori per i tedeschi, per lungo tempo dimenticati dall’opinione pubblica post bellica-.

La luna al suo comando, tuttavia è molto di più: è il racconto di una vita, di una saggezza popolare esplicata attraverso canti, stornelli, filastrocche. È un modo di vivere semplice, con la schiena dritta (lo si vede anche nel racconto di femminicidio della sorella di Felice). È la forza dell’amore per il prossimo, perdonando i propri aguzzini:

“Non fatevi trovare con i fucili, così potete confondervi con noi e scappare con noi.”

In questo tempo in cui viviamo “Una terza guerra mondiale combattuta a pezzi” (come ha detto papa Francesco), è forte ed accorato il grido, di chi la guerra l’ha fatta e ne ha portato dentro le cicatrici per tutta la sua vita:

“Non fate la guerra!”


Nota: su Felice Magliano qualche anno fa è stata realizzata un intervista-documentario da Jepis Bottega che potete vedere qui


giannigreco73@outlook.it |  + posts

Lascia un commento