Papa Francesco ha segnato una svolta significativa nel pontificato contemporaneo, promuovendo un modello ecclesiale più inclusivo, pastorale e centrato sulla misericordia.
A poche ore dal conclave diventa centrale interrogarsi su quali sentieri il nuovo papa sarà chiamato a percorrere per dare continuità e compimento a questa visione.
Nel solco del Concilio Vaticano II, Papa Francesco ha promosso una forte apertura al dialogo interreligioso, come testimoniato dal Documento sulla Fratellanza Umana firmato con il Grande Imam di Al-Azhar. Parallelamente, la sua costante attenzione ai poveri e agli ultimi ha rappresentato un invito profetico ad una Chiesa “in uscita”, capace di abitare le periferie esistenziali.
Il futuro papa dovrà sicuramente continuare ad essere ponte tra le religioni e voce profetica nelle crisi globali, specie in contesti segnati da povertà, guerra e disuguaglianza ma allo stesso tempo, probabilmente, sarà opportuno restaurare il dialogo con i fratelli ebrei laceratosi dopo il 7 ottobre come spesso ha sottolineato il Rabbino Di Segni.
Dopo la pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ Francesco ha posto la questione ecologica al centro dell’insegnamento sociale della Chiesa, ciò ha aperto scenari capaci di unire la cura del creato con quella della giustizia sociale. Il nuovo pontefice avrà sulle sue spalle l’aspettativa di dover portare avanti l’impegno ecologico sviluppando e rafforzando alleanze globali anche in vista dell’Agenda 2030 ed i suoi alti obiettivi.
Sappiamo bene cosa ha provocato il Sinodo. La sinodalità assunta non solo come metodo consultivo, ma come forma permanente del governo ecclesiale, dovrà dare delle risposte concrete dopo le ultime riflessioni e il dibattito mediatico valorizzando il ruolo delle donne, dei laici e delle chiese locali. Proprio un grande fardello!
Credo però che le questioni più delicate riguardino il campo della teologia morale. Papa Francesco ha inaugurato un rinnovamento significativo orientando il discernimento etico verso una maggiore attenzione alla coscienza, alla misericordia e alla concretezza delle situazioni umane, nel solco della grande tradizione morale cattolica, ma con uno stile profondamente pastorale.
Uno degli spostamenti fondamentali nel magistero morale di Francesco è il passaggio da una morale della legge a una morale dell’incontro e della misericordia. Questo per alcuni implica un relativismo etico, ecco perchè il nuovo pontefice, probabilmente, dovrà placare ancora alcuni animi della Chiesa invitando a riflettere ulteriormente sulla complessità dell’esperienza umana rafforzado una linea condivisa in campo morale.
La teologia morale dovrà continuare ad interrogarsi su come poter essere capace di riconoscere i limiti, le fragilità, e di accompagnare le persone verso il bene attraverso la tenerezza e la presenza nella sofferenza. Il futuro papa, se vorrà essere in continuità con questa visione, dovrà sostenere una teologia morale che metta al centro la dignità della persona, la complessità della vita concreta e la luce del Vangelo come criterio di verità, ma anche di speranza e riconciliazione.
Aspettiamo fiduciosi di conoscere il volto di colui che sarà chiamato a percorre queste strade aperte abbracciando con amore questo fardello per il bene della Chiesa e del mondo!
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Aprile 30, 2024Teologa e consulente familiare, da anni docente di religione e della scuola di comunicazione e di Consulenza Familiare di Napoli. È direttore del Consultorio familiare Agape ODV e appassionata di teologia della famiglia e psicologia.