Leone xIV

È l’8 maggio 2025, nelle ore pomeridiane, tante persone sono riunite in piazza San Pietro, tantissime altre sono davanti alla TV e fissano in trepidazione lo schermo che riprende il comignolo montato sopra la capella Sistina dove i cardinali sono riuniti in conclave, si attende la terza fumata (le prime due, quella della sera precedente attesa lungamente e quella del mattino, sono state nere).

Alle 18.07 arriva la terza fumata: è bianca! La folla in piazza esplode in un boato di gioia, comincia così la trepidante attesa per conoscere il nuovo successore di Pietro. Dalla morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile, tutti noi abbiamo atteso questo momento; le televisioni di tutto il mondo si sono ritrovate in Vaticano e con lunghi speciali ci hanno accompagnato verso questo conclave lanciandosi spesso in fantasiosi totopapa e svariati pronostici, chi sarà il nuovo Pontefice? Sarà un italiano, un africano, un asiatico…una cosa è certa, i 133 porporati, rinchiusi nella cappella Sistina per il secondo giorno, hanno spiazzato i pronostici dei più eleggendo un cardinale che non figurava nell’elenco dei nomi più quotati.

L’annuncio dell’elezione

Alle 19.12 il cardinale protodiacono Dominique Mamberti si è affacciato alla Loggia centrale della Basilica di San Pietro per comunicare alla folla il nome del nuovo Successore di Pietro:

Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!, 
“Vi annuncio una grande gioia: abbiamo il Papa!”.
“Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum,
Dominum Robertum Franciscum, Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem Prevost,
qui sibi nomen imposuit Leone XIV.

Il 267 papa nella storia della chiesa è il cardinale Robert Francis Prevost!

Origini e formazione

Robert Francis Prevost è nato il 14 settembre 1955 nella periferia di Chicago, Illinois, viene da una famiglia di origini francesi e italiane, dalla parte del padre Louis Marius Prevost, e spagnole dalla parte della madre Mildred Martínez. Ha due fratelli, Louis Martín e John Joseph. Ha passato l’infanzia e l’adolescenza negli Stati Uniti, studiando prima nel Seminario minore dei Padri Agostiniani e poi alla Villanova University, in Pennsylvania, dove nel 1977 si è laureato in Matematica e ha studiato Filosofia. Il 1° settembre dello stesso anno, a Saint Louis, entra nel noviziato dell’Ordine di Sant’Agostino, nella provincia di Nostra Signora del Buon Consiglio di Chicago, ed emette la prima professione il 2 settembre 1978.

Il 29 agosto 1981 pronuncia i voti solenni.  Ha proseguito gli studi teologici presso la Catholic Theological Union di Chicago e, a 27 anni, è stato inviato a Roma per studiare Diritto Canonico alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (Angelicum). È stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1982 nel Collegio agostiniano di Santa Monica a Roma.

Missionario in Perù

Dopo aver conseguito la licenza in Diritto Canonico nel 1984, Prevost è stato inviato come missionario in Perù, prima a Chulucanas (1985-1986) e poi a Trujillo (dal 1988). Qui ha ricoperto numerosi incarichi: direttore della formazione, priore locale, vicario giudiziale e professore di Diritto Canonico, Patristica e Morale nel seminario maggiore “San Carlos e San Marcelo“. Ha promosso progetti sociali e si è dedicato alla formazione dei giovani sacerdoti, diventando un punto di riferimento per la Chiesa peruviana.  L’arco di tempo che trascorre come missionario in Perù va dal 1985 al 1999.

L’importante esperienza nell’Ordine Agostiniano

Nel 1999 è stato eletto priore provinciale della Provincia Agostiniana “Madre del Buon Consiglio” di Chicago. Nel 2001 è diventato priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino, ruolo che ha ricoperto fino al 2013. Come priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino, Prevost ha promosso numerosi documenti interni all’Ordine, favorendo il dialogo e la comunione tra le diverse province agostiniane nel mondo.

Ministero episcopale e curiale

Nell’ottobre 2013 torna nella sua Provincia agostiniana, a Chicago, ed è direttore della Formazione nel convento di Sant’Agostino, primo consigliere e vicario provinciale.

Il 13 marzo 2013 sale al soglio pontificio Jorge Mario Bergoglio , Papa Francesco, che in 9 anni gli affiderà diversi incarichi:

  • nel secondo anno del suo pontificato, lo nomina, il 3 novembre 2014, amministratore apostolico della diocesi peruviana di Chiclayo e al contempo vescovo titolare di Sufar. Il 7 novembre fa l’ingresso in diocesi, alla presenza del nunzio apostolico James Patrick Green, che lo ordina vescovo poco più di un mese dopo, il 12 dicembre, festa di Nostra Signora di Guadalupe, nella cattedrale di Santa Maria.
  • Il 26 settembre 2015 è nominato vescovo di Chiclayo.
  • Nel marzo  2018 viene eletto secondo vicepresidente della Conferenza episcopale peruviana, all’interno della quale è anche membro del Consiglio economico e presidente della Commissione per la cultura e l’educazione.
  • Nel 2019 è annoverato tra i membri della Congregazione per il Clero.
  • Nel 2020 è tra i membri della Congregazione per i Vescovi.
  • Nello stesso 2020, il 15 aprile, arriva la nomina pontificia anche di amministratore apostolico della diocesi peruviana di Callao.
  • Il 30 gennaio 2023 il Papa lo chiama a Roma come prefetto del Dicastero per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, promuovendolo arcivescovo.
  • Nel Concistoro del 30 settembre dello stesso anno lo crea e pubblica cardinale, assegnandogli la diaconia di Santa Monica. In quell’occasione il neo eletto cardinale Prevost  << nel suo breve intervento, a nome di tutti i cardinali, ha parlato di come “la cosa fondamentale per ogni discepolo di Cristo è l’umiltà”, sapendo che il nuovo compito affidato dal Papa ai nuovi cardinali è appunto “una chiamata all’umiltà”>> (tratto dall’intervista di Ricardo Morales Jiménez per augustinianorder.org)
  • Come capo dicastero, partecipa agli ultimi viaggi apostolici di Papa Francesco e alla prima e alla seconda sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla sinodalità, svoltesi a Roma rispettivamente dal 4 al 29 ottobre 2023 e dal 2 al 27 ottobre 2024.
  • Il 4 ottobre 2023 è annoverato tra i membri dei Dicasteri per l’Evangelizzazione, Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari; per la Dottrina della Fede; per le Chiese Orientali; per il Clero; per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica; per la Cultura e l’Educazione; per i Testi Legislativi; della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano.
  • Il 6 febbraio di quest’anno, è promosso all’ordine dei vescovi, ottenendo il Titolo della Chiesa suburbicaria di Albano.

Elezione a Papa

Sono le 19.23 quando sulla Loggia centrale della Basilica Vaticana si affaccia Robert Francis Prevost, papa Leone XIV, sensibilmente commosso saluta i fedeli in piazza San Pietro e quelli davanti agli schermi di tutto il mondo.

 Queste, la cronaca ci dirà scritte di fretta a mano, le sue prime parole :

La pace sia con tutti voi!

Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il Buon Pastore, che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, tutte le persone, ovunque siano, tutti i popoli, tutta la terra. La pace sia con voi!

Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente.

Ancora conserviamo nei nostri orecchi quella voce debole ma sempre coraggiosa di Papa Francesco che benediceva Roma, il Papa che benediceva Roma, dava la sua benedizione al mondo, al mondo intero, quella mattina del giorno di Pasqua. Consentitemi di dare seguito a quella stessa benedizione: Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti, e il male non prevarrà! Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti! Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della sua luce. L’umanità necessita di Lui come del ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore. Aiutateci anche voi, poi gli uni gli altri a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace. Grazie a Papa Francesco!

Voglio ringraziare anche tutti i confratelli Cardinali che hanno scelto me per essere Successore di Pietro e camminare insieme a voi, come Chiesa unita cercando sempre la pace, la giustizia, cercando sempre di lavorare come uomini e donne fedeli a Gesù Cristo, senza paura, per proclamare il Vangelo, per essere missionari.

Sono un figlio di Sant’Agostino, agostiniano, che ha detto: “Con voi sono cristiano e per voi vescovo”. In questo senso possiamo tutti camminare insieme verso quella patria che Dio ci ha preparato.

Alla Chiesa di Roma un saluto speciale! Dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta ad accogliere, come questa piazza, con le braccia aperte tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, della nostra presenza, del dialogo e dell’amore”.

Così, con le prime parole di Papa Leone XIV, torna a risuonare in piazza San Pietro, forte e potente, l’appello alla pace, quello stesso appello che aveva voluto donarci Papa Francesco nella sua ultima apparizione pubblica, il giorno precedente alla sua scomparsa: “non vi può essere la pace senza un vero disarmo”.

Tutti noi abbiamo certamente avuto la sensazione che un filo invisibile, eppure potente, unisse le ultime parole di Francesco alle prime parole di Leone, che anche oggi, nel suo prima Regina Coeli dalla loggia della Basilica di San Pietro ha riaffermato con forza: mai più la guerra! Si costruisca una pace giusta e duratura.

La scelta del nome

Prevost ha scelto il nome di Leone XIV, richiamando così, l’operato di Leone XIII (03/03/1878 – 20/07/1903) che con la sua enciclica Rerum Novarum;

“affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro..” (papa Leone XIV al collegio cardinalizio)

“Affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro..” (papa Leone XIV al collegio cardinalizio)

Spiegando così la scelta del nome.

Lo stemma papale e il motto vescovile

Un giglio argentato (richiamo alla figura della madonna) e il Cuore Sacro adagiato su un libro chiuso (simboli dell’Ordine di sant’Agostino), con le chiavi di San Pietro sullo sfondo e la mitra a sovrastare lo scudo. L'immagine ricalca quella scelta da Robert Francis Prevost quando fu nominato vescovo, compreso il motto In Illo Uno Unum (in latino, Nell'unico Cristo, siamo uno). Una frase pronunciata da Sant'Agostino nel sermone Esposizione sul Salmo127.

La Chiesa varia ma unita all’unico capo, Cristo

Il fatto che Prevost è il secondo papa che arriva dalle Americhe (il primo Bergoglio da Buenos Aires, lui da Chicaco), è sicuramente il segno di una Chiesa universale pronta a leggere i tempi, pronta a far tesoro di chi ha fatto esperienza nelle periferie del mondo, una Chiesa:

che vive nella varietà delle sue membra unite all’unico Capo, Cristo, «pastore e custode» (1Pt 2,25) delle nostre anime. Essa è il grembo da cui anche noi siamo stati generati e al tempo stesso il gregge (cfr Gv 21,15-17), il campo (cfr Mc 4,1-20) che ci è dato perché lo curiamo e lo coltiviamo, lo alimentiamo con i Sacramenti della salvezza e lo fecondiamo con il seme della Parola, così che, solido nella concordia ed entusiasta nella missione, cammini, come già gli Israeliti nel deserto, all’ombra della nube e alla luce del fuoco di Dio (cfr Es 13,21).

E in proposito vorrei che insieme, oggi, rinnovassimo la nostra piena adesione, in tale cammino, alla via che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II. Papa Francesco ne ha richiamato e attualizzato magistralmente i contenuti nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, di cui voglio sottolineare alcune istanze fondamentali: il ritorno al primato di Cristo nell’annuncio (cfr n. 11); la conversione missionaria di tutta la comunità cristiana (cfr n. 9); la crescita nella collegialità e nella sinodalità (cfr n. 33); l’attenzione al sensus fidei (cfr nn. 119-120), specialmente nelle sue forme più proprie e inclusive, come la pietà popolare (cfr n. 123); la cura amorevole degli ultimi, e degli scartati (cfr n. 53); il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà (cfr n. 84; Concilio Vaticano II, Cost. Past. Gaudium et spes, 1-2).” (papa Leone XIV al collegio cardinalizio)

Sicuramente i cardinali in conclave, illuminati dallo Spirito Santo, hanno scelto un uomo che ha respirato fin da piccolo l’amore di Dio (fin da bambino giocava a fare il prete, ha dichiarato il fratello), ha maturato l’umiltà di servire gli altri negli anni della missione in Perù e ha acquisito capacità gestionali durante i suoi vari incarichi di responsabilità.

Il Papa, a cominciare da San Pietro e fino a me, suo indegno Successore, è un umile servitore di Dio e dei fratelli, non altro che questo. Bene lo hanno mostrato gli esempi di tanti miei Predecessori, da ultimo quello di Papa Francesco stesso, con il suo stile di piena dedizione nel servizio e sobria essenzialità nella vita, di abbandono in Dio nel tempo della missione e di serena fiducia nel momento del ritorno alla Casa del Padre. Raccogliamo questa preziosa eredità e riprendiamo il cammino, animati dalla stessa speranza che viene dalla fede. (papa Leone XIV al collegio cardinalizio)

Conclusione

Con queste parole Papa Leone ha espresso chiaramente quale sarà lo spirito che animerà il suo pontificato: continuare a camminare insieme sui sentieri tracciati da Papa Francesco, certamente con un aspetto di originalità e diversità legato alla personalità di Prevost, molto diversa da quella di Francesco, ma sicuramente in continuità. La Chiesa continuerà a levare forte la sua voce in favore della pace, in favore degli ultimi e degli emarginati, in difesa dei diritti dei più svantaggiati, continuerà a sottolineare quanto importante sia l’attenzione alle problematiche ambientali e continuerà a crescere nella sinodalità e nella collegialità.

Guidata da Leone XIV la Chiesa continui ad essere un faro di luce in questi tempi incerti e a tratti oscuri nei quali siamo chiamati a vivere, e certi della presenza del Cristo, che mai abbandona la sua barca, attraversiamo con fiducia anche le tempeste più paurose della storia!

Mariavelia Loguercio teologa
mariavelialoguercio84@gmail.com |  + posts

Teologa, studiosa di ebraismo e appassionata di astronomia. Impegnata da anni nel dialogo Interreligioso, docente di religione e docente di ebraico ed esegesi dell’A.T. presso ISSR San Matteo (SA).

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